La vicepresidente dell’Associazione italiana commercio elettronico, Manuela Borgese, è intervenuta alla conferenza globale organizzata dalla Commissione Europea sul passaggio etico al Web 4.0. Sottolineata l’importanza della formazione per le imprese che operano in questo ambito e di strumenti condivisi per regolarne la condotta, proteggendo anche gli utenti più vulnerabili.
4 aprile 2025 – Si è tenuta lo scorso 31 marzo e 1 aprile presso la Commissione Europea a Bruxelles la conferenza globale sulla governance del Web 4.0 e dei mondi virtuali. L’evento ha riunito da tutto il mondo decisori politici di alto livello, tecnologi, accademici e leader della comunità che hanno proposto modelli collaborativi e soluzioni per un passaggio etico al Web 4.0, oltre all’individuazione di standard per la gestione tecnica di tali ambiti.
Alla conferenza ha partecipato la vicepresidente di Aicel, Manuela Borgese, che è intervenuta in due momenti: sul tema delle nuove esigenze dell’e-commerce nel web 4.0 e nei mondi virtuali e sulla necessità di bilanciare le potenzialità di sviluppo di questi settori con i diritti fondamentali degli utenti, specie i più vulnerabili.
Rispetto al primo, Borgese ha sottolineato che “La futura quarta generazione del world wide o Web 4.0 e i mondi virtuali rappresentano una dimensione che amplia il potenziale del single market anche per l’e-commerce ma che comporta sfide cruciali, in particolare riguardo la garanzia di un ambiente equo e competitivo per aziende e consumatori. Nonostante i notevoli interventi normativi, l’applicazione di Regolamenti quali il Platform to Business e il Digital Service Act dimostra che le pratiche monopolistiche e gli squilibri concorrenziali continuano a creare distorsioni negli equilibri di mercato”.
La vicepresidente di Aicel ha poi richiamato la necessità di un intervento su più livelli, specialmente formativiper le aziende che operano nei mondi virtuali, che risponda alle esigenze di tutela degli utenti in un contesto in continua evoluzione.
Il secondo intervento si è focalizzato sulle misure di protezione per specifiche categorie di utenti, in particolare i minori e i soggetti vulnerabili. “La tutela della privacy e l’accesso ad un ambiente equo e sicuro per tali soggetti sono nelle mission dell’attività normativa europea. Tuttavia, la dimensione immersiva di queste tecnologie espone a nuovi rischi di privacy e sicurezza, a contenuti inappropriati e a interazioni contrattuali che, come gli acquisti virtuali, non sono consentite dalla legge a questi soggetti. Accanto al tema dell’age verification, dunque appare necessario intervenire su più livelli, per offrire una tutela più aderente e dinamica. In Italia, Aicel sta operando con enti e istituzioni per fornire strumenti ufficiali e condivisi che vanno in questa direzione, ancor più necessari oggi con la forte diffusione dell’AI”, ha detto Manuela Borgese.
Infine, è fondamentale che la progettazione di questi nuovi contesti virtuali sia caratterizzata da standard aperti per creare piattaforme interoperabili, accessibili e a garanzia di una inclusione digitale priva di discriminazioni e di barriere. Il tutto a beneficio non solo dei diritti fondamentali garantiti per le persone ma anche della valorizzazione del digital single market europeo e dei diversi attori che ne sono parte.