Le ultime ricerche dedicate al mondo ecommerce affermano che la barra delle ricerche è lo strumento preferito dal 30% degli utenti dei siti di vendite online che devono scegliere cosa comprare. Secondo gli ultimi dati di settore, durante il 10% delle sessioni di acquisto viene utilizzata la search interna ai siti e un quarto delle entrate, circa il 24%, è generata proprio dagli utenti che la usano. Numeri interessanti, ma la strada da percorrere è ancora molta, visto che oggi, sempre secondo le ricerche dei player di settore, il 72% degli utenti si dichiara non soddisfatto delle esperienze avute, in termini di usabilità, con il pulsante “cerca”.
La searchability, cioè la possibilità per l’utente di trovare il prodotto che stava cercando, quindi, diventa un fattore non solo importante, ma capace di decretare il successo o l’insuccesso di un sito ecommerce.“Chi lavora nel campo delle vendite online da tempo guarda con interesse gli strumenti che possono rendere più o meno soddisfacente la user experience del cliente e l’efficienza della barra di ricerca è proprio uno di questi” dice Jennifer Puzzo, Head of client services di Kooomo, la piattaforma tecnologica di ultima generazione che aiuta i brand a vendere meglio e a internazionalizzare con l’ecommerce.
“Oggi il punto di svolta è l’impiego di nuove tecnologie come l’intelligenza artificiale, pensiamo all’autocompilazione della query di ricerca o al suggerimento di ricerche correlate, tutto questo rappresenta una grande svolta nel mondo dell’ecommerce” dice ancora Puzzo. E non è un caso che proprio Amazon abbia annunciato un piano triennale di rinnovo della barra di ricerca che da solo porterebbe nelle casse del colosso delle vendite online 8,8 miliardi di profitto in più. “Qui parliamo di giganti – prosegue l’esperta – ma il miglioramento della user experience connessa alla ricerca è sicuramente una delle strategie dell’aumento delle vendite e le piattaforme che forniscono servizi ai brand non possono sottovalutarla”. Kooomo, infatti, ha appena reso nativa in piattaforma la feature con ElasticSearch, un motore di ricerca open source più veloce e accurato che utilizza l’apprendimento automatico per migliorare le prestazioni di ricerca in base all’utilizzo ed è ovviamente in grado di fornire suggerimenti di ricerca completando la query del cliente. “Lo sviluppo di una barra di ricerca nativa e disponibile gratuitamente per tutti i merchant – prosegue Puzzo – è la dimostrazione del lavoro che come piattaforma stiamo portando avanti per soddisfare le nuove esigenze di clienti sempre più esigenti che cercano nel digitale esperienze di acquisto molto simili a quelle tradizionali soprattutto quando di parla di “assistenza” nelle prime fasi dell’acquisto”.
Ma quali sono le caratteristiche che deve avere una buona search? “Innanzitutto, sembrerà banale, ma deve essere ben visibile. Poi, vietato sottovalutare l’esperienza da mobile. Oggi il 73% del totale degli acquisti online avviene proprio attraverso smartphone e tablet e questo dato è destinato a crescere del 15% entro la fine dell’anno, quindi è indispensabile assicurarsi che il pulsante sia facilmente utilizzabile anche da questi dispositivi” dice ancora Puzzo. “Un altro aspetto di cui aver contezza è possedere una serp, una pagina dei risultati, ben organizzata e soprattutto una gestione del no results efficiente” ricorda Puzzo “L’utente cerca una user experience fluida che lo conduca verso l’acquisto senza “stop and go”, ogni frizione aumenta la possibilità che il processo si interrompa” ricorda la manager di Kooomo. “Ma soprattutto – prosegue Puzzo – chi sceglie di aprire un proprio business ecommerce deve rendere la propria barra di ricerca utile e significativa per gli utenti che cercano un prodotto specifico”. Neanche a dirlo, quindi, assumono particolare importanza, come ricordava Puzzo, le implementazioni dovute all’introduzione dell’AI come l’auto-completeche evita all’utente di digitare query troppo lunghe, e la correzione automatica in caso, ad esempio, di errori di battitura.
Ma non è tutto. “La barra della search rappresenta anche una preziosa interfaccia con l’utente permettendoci di migliorare la ricerca anche attraverso la geolocalizzazione delle offerte e fornendo ai brand importanti informazioni sulle proprie performance di vendite attraverso i search insight e analytics”.