Nei primi mesi del 2021 il mercato dell’auto ha registrato un totale di circa 100.000 veicoli elettrici tra BEV e PHEV immatricolati in Italia.
Questo trend è certamente dovuto alla presenza degli incentivi (uno fra tutti l’Ecobonus), alla disponibilità dell’infrastruttura di ricarica ad accesso pubblico (circa 21.000 punti di ricarica) e all’aumento dell’offerta di modelli elettrici disponibili.
Tra i principali fattori che incentivano le aziende all’adozione di veicoli elettrici nelle proprie car list vi sono tematiche di tipo ambientale – in termini di riduzione delle emissioni e di perseguimento di obiettivi di sostenibilità ambientale – insieme alla costruzione di un’immagine green aziendale.
Il termine «Smart Mobility» fa riferimento all’evoluzione del mondo della mobilità verso un modello più «sostenibile» caratterizzato da:
- elettrificazione;
- uso di energie alternative;
- car sharing;
- guida autonoma.
“Questi scenari di mercato – dichiara Davide Boati, Executive Director di Hunters, brand di Hunters Group dedicato alla ricerca di profili qualificati – in rapido cambiamento ed evoluzione, stanno portando anche forti cambiamenti in termini di richiesta di profili professionali. Sono aumentate, nell’ordine del +135%, le ricerche focalizzate sulle nuove esigenze commerciali e tecnologiche, in particolare di: Sales Manager E-Mobility, Fleet Manager Esperto di E-Mobility e Business Develoment Manager E-Mobility, tre figure diverse che hanno un denominatore comune: la competenza su un settore innovativo, come quello delle colonnine di ricarica di auto elettriche”.
Sales Manager E-Mobility: si occupa della vendita di colonnine di ricarica a terzi.
Fleet Manager esperto di e-mobility: si occupa della gestione di parchi auto elettrificati e non.
Business development Manager e-mobility: si dedica alla gestione di colonnine per conto della propria azienda.
Si tratta di profili professionali provenienti dal settore elettrico/elettronico, nei casi in cui le aziende stiano cercando candidature con background tecnici, non essendoci ancora sul mercato una pipeline di profili disponibili con esperienza sufficiente.
“In alcuni casi – aggiunge Davide Boati – le aziende cercano di individuare professionisti dall’estero, dove la mobilità ha trovato maggiori spazi negli ultimi 5/8 anni, costruendo pertanto un numero maggiore di professionalità. Non mancano, però, casi in cui le aziende che vogliono lavorare su strategie di canale decidano di orientarsi maggiormente verso quei candidati che provengono del settore automotive costruttori e hanno già maturato esperienza specifiche nel settore, come ad esempio rivenditori, auto-officine, autonoleggi o car sharing”.
Tutti i profili ricercati devono necessariamente avere una laurea in discipline STEM o un diploma tecnico e conoscere la lingua inglese, un requisito imprescindibile in un settore innovativo come quello della Smart Mobility.