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I rischi di responsabilità civile collegati alla digitalizzazione sono al centro dell’Osservatorio Europeo degli Intermediari Assicurativi di CGPA Europe che analizza, inoltre, l’evoluzione normativa e giurisprudenziale dell’obbligo di consiglio e consulenza, le principali sentenze dei tribunali europei e lo status dei collaboratori degli intermediari nei Paesi.
È stato presentato oggi a Milano (Hotel Principe di Savoia) l’Osservatorio Europeo degli Intermediari Assicurativi di CGPA Europe, compagnia specializzata nell’assicurazione dei rischi di responsabilità civile professionale degli intermediari.
La pubblicazione è stata realizzata con il contributo dei migliori specialisti in materia di responsabilità civile degli intermediari dei sei principali mercati assicurativi nei quali CGPA Europe è uno dei principali attori (Francia, Germania, Italia, Regno Unito, Spagna, Belgio).
Presentando l’Osservatorio, Lorenzo Sapigni, Rappresentante Generale per l’Italia ed European Underwriting & Claims Director di CGPA Europe, ha rilevato che “concentrazione del mercato, rischi emergenti, nuovi obblighi assicurativi, aumento dei premi e tecnologie digitali dagli effetti potenzialmente enormi stanno, nel loro insieme, configurando un test difficile per gli intermediari”.
“Questa prova”, ha detto Sapigni, “potrà essere superata anzitutto difendendo la loro centralità nella distribuzione con nuove competenze che permettano di sviluppare la capacità di consulenza. Bisognerà, inoltre, costruire modelli distributivi adeguati alle proprie competenze e alle caratteristiche della propria base clienti; incrementare qualità ed efficienza della gestione operativa rivedendo i processi interni in ottica di compliance e di competitività; essere più veloci nel cogliere le opportunità offerte dal mercato. Sarà anche decisivo capire come funzionano le applicazioni delle nuove tecnologie per metterle al servizio del proprio modello di business”.
Sapigni è stato seguito da un intervento di Patrizia Contaldo, Direttore dell’Osservatorio sul mercato assicurativo all’Università Bocconi di Milano, sull’impatto dell’intelligenza artificiale nel settore assicurativo e sugli intermediari.
Alle nuove responsabilità degli intermediari nell’operatività della distribuzione è stata dedicata una tavola rotonda, moderata da Maria Rosa Alaggio, direttore responsabile di Insurance Review, alla quale hanno partecipato: Flavio Sestilli, Presidente AIBA; Enzo Sivori, Presidente Gruppo Agenti AUA; Jacopo Speranza, Vice-Presidente ANAGINA; Giuseppe Sutera, Presidente Gruppo Agenti Italiana Assicurazioni; Fabio Vetrugno, Vice-Presidente Zurich; Gaetano Vicinanza, Presidente Gruppo Agenti SARA; Luigi Viganotti, Presidente ACB.
L’undicesima edizione dell’Osservatorio contiene una comparazione internazionale dell’obbligo di consiglio e consulenza durante il ciclo di vita della polizza e un’analisi di come sta cambiando con il digitale il dovere di diligenza con la necessità di proteggere i dati e garantire la cybersecurity. Riporta inoltre, commentandole, le sentenze dei tribunali europei rilevanti per l’attività degli intermediari e l’evoluzione dello status dei collaboratori degli intermediari nei diversi Paesi.
Giro di vite sul rispetto dell’obbligo di consiglio e consulenza
L’obbligo di consiglio e consulenza è diventato oggetto primario della legislazione e delle sentenze dei tribunali europei sulla responsabilità civile degli intermediari. L’adempimento dell’obbligo è ormai richiesto in ogni fase del ciclo di vita del contratto assicurativo (collocamento, gestione, assistenza in caso di sinistro) con criteri di applicazione che variano sensibilmente tra i Paesi.
In Italia, l’obbligo di fornire informazioni chiare e accurate sulla polizza da sottoscrivere è stato rimarcato in una sentenza italiana (fascicolo n. 2199/2021). Sulla consulenza lungo la durata del contratto, una recente sentenza (fascicolo 2144/2022) ha sottolineato la responsabilità condivisa tra imprese di assicurazione e assicurati nella gestione delle modifiche alla polizza.
La giurisprudenza francese (sentenza della Corte di Cassazione francese, fascicolo 21-15.528, relativa a una controversia sull’inadeguatezza della copertura assicurativa) impone un approccio proattivo e diligente nella valutazione del rischio e nella consulenza al cliente.
Sempre in Francia, la legge del 2023 sulla transizione ecologica ha introdotto l’obbligo per gli intermediari assicurativi di fornire una consulenza continuativa ai clienti titolari di contratti di assicurazione sulla vita orientati alla capitalizzazione e al risparmio. La legislazione ha fornito le linee guida per l’adempimento di questo dovere, formalizzando per la prima volta il processo di revisione periodica e specificando sia la frequenza di queste valutazioni, sia le tipologie di eventi che impattano sul contratto e impongono la rivalutazione della consulenza iniziale.
La normativa tedesca si caratterizza per una particolare severità prevedendo che l’intermediario debba fornire le informazioni essenziali per la sottoscrizione già al momento del primo contatto con il cliente (la direttiva europea sulla distribuzione assicurativa prevede che lo siano solo in tempo utile prima della conclusione del contratto) e, se il primo contatto è telefonico, le informazioni devono essere fornite subito dopo per iscritto. La normativa tedesca prevede inoltre l’obbligo di consulenza anche in assenza di un’esplicita richiesta del cliente e comprende le situazioni in cui il prodotto assicurativo o la particolare tipologia del cliente lo rendano necessario.
Le sentenze spagnole sottolineano il dovere dell’intermediario di agire come un vero e proprio consulente, al di là della mera attività di vendita. I giudici hanno affermato l’obbligo giuridico degli intermediari di garantire in modo proattivo che le polizze soddisfino pienamente le esigenze e i bisogni specifici dei clienti.
Dovere di diligenza nell’era del digitale: ancora molte le lacune da colmare
Con il progredire della digital transformation, le informazioni immateriali sono diventate la maggior parte di quelle detenute o raccolte dagli intermediari. L’evoluzione della normativa, intanto, ha incrementato gli obblighi di conformità imponendo la raccolta di un numero crescente di informazioni per adempiere al dovere di conoscere il cliente e prestare consulenza.
Questo scenario implica la necessità di adattare l’organizzazione e l’attività alle nuove tecnologie, modernizzando le infrastrutture e aumentando le misure per la sicurezza dei dati e delle transazioni digitali, diventate condizioni essenziale per guadagnare la fiducia dei clienti.
Il digitale permette di gestire i rischi connessi all’operatività, offrire un servizio più efficace/efficiente ai clienti e, al tempo stesso, rispettare gli obblighi di compliance. Il rovescio della medaglia è l’esposizione al rischio di reati informatici e agli attacchi cyber che possono avere conseguenze importanti, in termini di danni materiali causati ai loro sistemi informatici e di responsabilità civile nei confronti di terzi, in particolare dei clienti. Il che suggerisce agli stessi intermediari d’investire in strumenti assicurativi.
Le associazioni di categoria, ovunque in Europa, sono impegnate a definire linee guida, sviluppare strumenti digitali e offrire formazione con l’obiettivo di permettere agli intermediari di valutare l’adeguatezza della propria conformità e gestire i rischi. Nonostante questi sforzi e la maggiore preparazione degli intermediari, sono ancora molte lacune da colmare, come dimostra l’ampia e diversificata casistica riportata dall’Osservatorio sulle sanzioni comminate dalle autorità di vigilanza e sugli attacchi informatici subiti dagli intermediari.