Per avere successo negli USA, bisogna mettersi nei panni degli americani. Dopo la costituzione della CURTI USA Corporation a Wilmington (North Carolina), l’azienda del ravennate è passata da 145.000 $ di fatturato nel 2018, a 2 Mlndi $ (tra il 2019 e il 2020) e stima un ulteriore incremento fino a 7.5 Mlndi $ entro il 2021
CURTI, gruppo industriale di Castel Bolognese (Ravenna) da 66 anni leader nel settore della meccatronica (100 Mln di euro di fatturato), ha investito negli Stati Uniti costituendo la società in North Carolina e assumendo personale in loco. Un’avventura iniziata nel 2018 con macchinari industriali innovativi, che hanno poi generato nuove opportunità per lo storico Gruppo. Macchine per il packaging e tecnologie per la produzione dei cablaggi destinati all’automotive sono stati il primo investimento della CURTI, che sta estendendo le proprie attività oltre oceano anche ad altri rami aziendali. In particolare la “divisione aerospazio” vedrà un suo imminente sviluppo.
CURTI ha progettato “Zefhir”, un elicottero biposto ultraleggero, dotato di paracadute incorporato che può essere aperto in caso di emergenza, rallentando la discesa del velivolo e consentendo, quindi, un atterraggio sicuro. Un progetto già realizzato in Italia, che presto verrà riproposto negli Stati Uniti e che prevede già una vendita media di 25 elicotteri all’anno che potranno essere assemblati direttamente negli States. La meccatronica ha fatto quindi da apripista ad ulteriori comparti aziendali e si sta pensando anche a un cambio di sede in America, un luogo più spazioso dove costruire un hangar per assemblare velivolo Zefhir.
Dopo un’iniziale attività commerciale che partiva dall’Italia, i vertici dell’azienda si sono resi conto che eranecessario un cambio di marcia: serviva, infatti, infondere maggiore fiducia nei clienti oltre oceano e non bastava spedire la tecnologia in America.
“Quando si inizia a lavorare con un mercato nuovo – spiega Alessandro Curti, amministratore delegato della società – la prima regola è mettersi nei panni dell’interlocutore. Gli USA hanno bisogno dell’innovazione italiana, ma non possiamo considerarli alla stessa stregua dell’Europa. L’America è un continente distante sia geograficamente, sia per cultura imprenditoriale e forma giuridica. Il primo quesito da porsi è, quindi, come si lavora con gli USA? L’interlocutore americano ha bisogno di ricevere assistenza tecnica in loco, di confrontarsi con un sistema contrattuale / assicurativo compatibile e cerca una certa stabilità. Per questo motivo è importante investire con lungimiranza, creando impresa negli USA”.
Dopo la costituzione della CURTI USA Corporation a Wilmington (North Carolina) l’azienda del ravennate è passata da 145.000 $ di fatturato nel 2018, a 2 Mln di $ (tra il 2019 e il 2020) e stima un ulteriore incremento fino a 7.5 Mln di $ entro il 2021.
“Abbiamo assunto personale americano – aggiunge Alessandro Curti – che verrà formato direttamente in Italia, affinché i nostri clienti possano avere un punto di riferimento direttamente negli USA. Per costituire la società, gestire le pratiche di carattere fiscale e amministrativo ed assumere il personale in America ci siamo avvalsi della consulenza di esperti, direttamente negli USA. Un ufficio di italiani, con sede a New York, che hanno il polso del mercato”.
La società in questione è ExportUSA, che da vent’anni affianca lo sviluppo di centinaia di imprese italiane nel mercato statunitense. “Non é tanto l’investimento – afferma Lucio Miranda, presidente di ExportUSA – quanto lo sforzo di mentalità la vera sfida per le imprese che scelgono di entrare nel mercato americano, dove c’è spazio per tutti, ma dove è necessario, prima dell’investimento, un cambio di visione. La mission di ExportUSA è proprio questa: aiutare le aziende a mettersi nei panni dei propri clienti oltre oceano, orientandole sull’approccio, più che sull’imminente risultato. Per avere successo bisogna immedesimarsi nella cultura imprenditoriale, diventando americani agli occhi degli americani”.