I picchiaduro sono un genere evergreen. Su StartupItalia ne abbiamo recensiti di ogni tipo, da più tradizionali a quelli che hanno tentato di innovare con grafica e gameplay imprevedibili. Con Tunche esploriamo un Beat ‘em Up che vede cinque eroi giovanissimi, chiamati ad affrontare in solitaria o in cooperativa i nemici che infestano una foresta amazzonica sotto il giogo di una misteriosa magia. Se siete boomer o meno, potreste leggerci un occhiolino strizzato alla Generazione Z, sensibile alla questione dei cambiamenti climatici. Ma qui non c’è spazio per bla, bla, bla (parafrasando una delle ultime uscite di Greta Thunberg): bisogna rimboccarsi le maniche e sferrare pugni, combo e incantesimi come se non ci fosse un domani. Abbiamo provato Tunche su Nintendo Switch e questa è la nostra recensione.
Sviluppato dalla software house indie LEAP Game Studios, di stanza a Lima in Peru, Tunche è un prodotto più che grazioso dal punto di vista grafico. I cinque personaggi, tra i quali possiamo scegliere round dopo round, sono tutti disegnati a mano, così come l’ambiente che andremo ad attraversare. I movimenti permessi dal gameplay non sono moltissimi: oltre allo scorrimento laterale c’è anche una minima possibilità di spostarci in tutte le direzioni dentro uno spazio limitato. Ci sono elementi roguelike, come il fatto che dopo ogni morte affronteremo sempre nuove situazioni. In più l’aspetto ruolistico è lì per ingolosire gli appassionati del genere: i cinque giovanissimi combattenti vanno potenziati sia dal punto di vista dell’arte marziale, sia per quanto riguarda la magia.
All’inizio vi sembrerà che le combinazioni di combo e i colpi semplici non restituiscano la giusta libidine videoludica che si richiede a un picchiaduro. Ma date tempo al gioco e, soprattutto, non perdetene voi: bisogna potenziarsi prima di ogni uscita nella foresta amazzonica. Solo così ci si potrà divertire di più, anche perché la vita va giù alla svelta e se pensate di farvi strada soltanto a suon di pugni, beh, siete in errore.