Nel mese di febbraio, a causa dell’emergenza sanitaria, le vendite degli smartphone sono calate a volume del 39% rispetto al mese precedente e del 38% rispetto a febbraio 2019. I dati sono riportati da Strategy Analytics considerando i primi 31 produttori del mercato. “La fornitura e la domanda sono crollate in Cina e in tutta l’Asia e sono rallentate nel resto del mondo”, illustrano gli analisti. A febbraio dell’anno scorso le unità commercializzate erano state 99,2 milioni, a febbraio 2020 solo 61,8 milioni. Tra i vendor, in testa alla classifica c’è Samsung, con 18,2 milioni di smartphone, seguita da Apple (10,2 milioni) e da Xiaomi (6 milioni), mentre Huawei scende al quarto posto. Finora non si era mai verificata una contrazione di tale portata, ma d’altra parte mai, nell’era della tecnologia mobile, si era verificata una pandemia tanto estesa, con un impatto così grave sulla catena di fornitura dei prodotti tecnologici.
All’inizio di marzo la stessa Strategy Analytics aveva ipotizzato una probabile contrazione del 10% sui numeri dell’intero 2020 rispetto a quelli del 2019, mentre gli analisti di TrendForce stimavano per gli smartphone un probabile calo di produzione del 12% nel primo trimestre 2020, rispetto allo stesso trimestre 2019. Nel mese di marzo, con l’esplosione dei contagi in diversi Paesi europei e negli Usa, gli effetti si stanno ulteriormente estendendo.
GfK, che attraverso il tracking POS Weekly segue l’andamento delle vendite di Tecnologia di consumo, segnalando i prodotti più a rischio e quelli che invece potrebbero trarre vantaggio dal cambiamento delle abitudini dei consumatori, ha già evidenziato un aumento di vendite di PC e di altri strumenti a supporto dello smart working e dei corsi in streaming, a svantaggio della telefonia e di altra elettronica di consumo.